Roma – Tutti con gli occhi all’insù per le stelle cadenti di primavera, le Eta Aquaridi, che nascono dalla scia di polveri lasciata dalla cometa di Halley. Il loro picco è previsto il 6 maggio ma le prime scie luminose nel cielo sono già visibili da metà aprile e lo saranno fino a fine maggio. Quest’anno in coincidenza con il periodo di massima attività non ci sarà la Luna a rovinare lo spettacolo. Ci sono quindi le migliori premesse per ammirare la pioggia delle stelle cadenti nel cielo buio, nella speranza che nuvole e pioggia non siano guastafeste.
Chiamate Eta Aquaridi perché il punto da cui sembrano scaturire, chiamato radiante, coincide con la costellazione dell’Aquario, queste meteore danno spettacolo quando la Terra attraversa la nube di detriti lasciati lungo la sua orbita dalla cometa di Halley, che visita le regioni interne del Sistema Solare ogni 75 anni. Le notti più favorevoli all’osservazione “sono quelle comprese fra il 5 e il 7 maggio, data la totale assenza del disturbo della Luna”, scrive l’Unione Astrofili Italiani (Uai) nel suo sito. La pioggia delle stelle cadenti di primavera promette bene: gli astrofili rilevano che questo sciame produce un buon numero di meteore, soprattutto nell’emisfero australe, dove il radiante raggiunge un punto molto alto sull’orizzonte.
Nell’emisfero Sud le Aquaridi sono infatti tra le meteore più spettacolari. Mediamente se ne possono vedere 35 all’ora, con un picco di poche ore il 6 maggio. Nell’emisfero Nord, il nostro, se ne vedono generalmente di meno perché il radiante resta basso sull’orizzonte fino a mezzanotte, per cominciare ad alzarsi solo poco prima dell’alba. Per questo motivo, secondo gli astrofili, per apprezzare al meglio lo spettacolo delle Eta Aquaridi è necessario essere mattinieri: il momento migliore per osservarle è compreso fra le 4 del mattino fino all’inizio del crepuscolo mattutino. Le regioni italiane più favorite nell’osservazione saranno quelle meridionali perché nei cieli del Sud la costellazione dell’Aquario, prima dell’alba, sale fino a 20 gradi di altezza sopra l’orizzonte, mentre nei cieli del centro e del settentrione resta più bassa sull’orizzonte.
Lo spettacolo delle Aquaridi precede e in un certo senso annuncia anche la Luna Blu, cioè la luna piena del 18 maggio. Nella tradizione popolare viene infatti chiamata così la terza luna piena in una stagione con quattro lune piene. Non sarà una luna colorata di blu, ma viene chiamata così per la sua rarità. Di solito, infatti, ci sono tre lune piene ogni stagione, ma occasionalmente ce ne sono quattro e il fenomeno si verifica in media ogni due anni e mezzo.