Catania – Pronta a debuttare al “Roots” di Catania, in via Giuseppe Borrello 73, sabato 17 Marzo 2018, ore 21.00 e domenica 18, ore 18.30, la novità assoluta “Madri di guerra”, testo e regia di Antonella Caldarella. Protagoniste Daniela Fisichella e Valeria La Bua, regia di Antonella Caldarella, scene di Emanuele Salamanca, musiche di Andrea Cable e costumi di Noa Prealoni, produzione Teatro Argentum potabile. La pièce chiude la rassegna “Underground rivers” – Flussi teatrali nel sottosuolo cittadino, organizzata da Teatro Argentum Potabile, che privilegia la drammaturgia contemporanea, proponendo testi originali di autori viventi del Sud Italia e di gruppi teatrali indipendenti.
“Il testo – spiega l’autrice Antonella Caldarella – è nato tanti anni fa, aspettavo mio figlio quando rimasi molto colpita dalla morte della giovane Maria Grazia Cutuli, la giornalista italiana assassinata in Afghanistan nel 2001. Non facevo che pensare alla sua storia ed a sua madre, così decisi di scrivere un testo che parlasse di due donne e della guerra. Mi sono documentata su internet, su chi fosse Maria Grazia, ma su sua madre invece non avevo dubbi, sapevo chi era Agata. Maria Grazia Cutuli è morta per qualcosa in cui credeva e raccontare serve a far nascere il desiderio di vivere per credere e avere speranza. Il testo, non è la storia di una giovane donna morta per la verità, ma mi ha dato l’ispirazione per raccontare di una madre e di una figlia e del rapporto che li lega. Un legame forte, speciale, indissolubile che inizia prima della vita e continua dopo la morte, ma si parla anche dei conflitti che viviamo ogni giorno nel nostro quotidiano, nella nostra casa, nei nostri rapporti, nella nostra terra che ci costringe ad emigrare, si parla delle donne e del loro ruolo di madri, difficile e affascinante, ma anche del ruolo di figli, audaci e liberi. E’ uno spettacolo intimo e profondo, è un teatro necessario, poiché in questo momento di alterazione della realtà, dove non si comprende più cosa è vero e cosa è virtuale, è necessario far conoscere storie di eroi veri che combattono guerre vere, perché credono veramente in qualcosa”.
“Tengo molto a questo spettacolo – aggiunge la protagonista Valeria La Bua – e al suo messaggio contro la violenza e l’orrore della guerra. In scena due donne che parlano – o forse solamente una, che evoca l’altra perché non può vivere nella sua assenza. Una madre e una figlia che si interrogano su cosa è necessario. Si può morire giovani per raccontare la verità? E’ giusto morire così? E come può una madre accettare che la propria figlia muoia? Lo spettacolo è ispirato alla vita e alla morte di Maria Grazia Cutuli, inviata del Corriere della Sera a Kabul”.