di Elisa Guccione
ROMA– Giovanni Anfuso è il nuovo direttore artistico del Teatro Stabile di Catania. A poche ore dalla nomina ufficiale, mentre è impegnato a Roma nella direzione della spettacolo “Classe di Ferro” che debutterà il 3 marzo allo Stabile di Trieste, ascoltiamo le emozioni e le dichiarazioni del regista catanese.
La sua nomina è stata preceduta da una grande querelle. È stato detto di tutto e di più. Cosa risponde a tutto questo clamore?
“Storicamente sono un uomo molto allergico alle polemiche. Non mi interessano. Preferisco dedicare il mio tempo ad altro. Quando si mette in moto la macchina del fango, spesso, si dimenticano i problemi reali che riguardano le centinaia di famiglie di lavoratori, attori e maestranze che sono in attesa di ricevere il giusto per cui hanno faticato da troppo tempo. È certo che il Teatro sarà aperto a tutti coloro che vogliono dare una mano”.
Riceve la telefonata che le annuncia l’ufficializzazione di quanto dichiarato in questi giorni da Bianco e dal cda nella precedente riunione d’assemblea, mentre sta ultimando le ultime scene dello spettacolo “Classe di ferro” di Aldo Nicolai per l’Ente Triestino con dei giganti come Beppe Pambieri, Valeria Ciangottini e Paolo Bonacelli. Ci racconta le sue emozioni?
“Non credo possa esserci un momento migliore. Ci sono molti catanesi che lavorano, soprattutto, fuori nei grandi teatri dell’opera, nei prestigiosi Stabili senza fare troppo rumore o battere la gran cassa e sono fiero di appartenere a questa famiglia”.
L’opinione pubblica in questo momento può essere fuorviata da voci sbagliate che indicano la presenza di ben due direttori artistici e di due possibili stipendi. Possiamo spiegare qual è la vera realtà?
“Il mio contratto entrerà in vigore subito dopo la naturale scadenza del mandato di Dipasquale, che dirigerà il teatro fino a giugno. Dal giorno successivo della sua uscita di scena entrerò io. E posso assicurare che non ci saranno due stipendi”.
Quali saranno le sue prime mosse dopo il suo insediamento?
“Credo di conoscere discretamente bene la realtà catanese, che è contrariamente a quello che si pensi molto ricca e vivace. Cercherò di dare a quella classe di attori, scenografi e costumisti dai venti e i trentacinque anni più spazio, perché grazie a loro corriamo il rischio di inventare qualcosa di nuovo svecchiando il teatro. Aiuterò tutti quei lavoratori che a causa delle difficoltà economiche vivono una grande sofferenza. Non ho la bacchetta magica, ma ho la volontà e la disponibilità di mettere in campo tutte le risorse e tutte le azioni che possono venire incontro a queste esigenze”.
Come affronterà il problema del grande disavanzo delle precedenti amministrazioni?
“Ancora non ho contezza dei reali ammanchi, perché non ho visto i documenti. Appena m’insedierò potrò verificare tutto, ma non avendo le carte in mano non posso dire nulla. So che ci sono problemi, ma con tanto impegno e buona volontà si farà in modo di modificare quest’andamento recuperando il rapporto di fiducia tra la città e il teatro”.
Elisa Guccione