Il Teatro Vitaliano Brancati di Catania, all’interno della stagione di prosa 2017/2018 diretta da Tuccio Musumeci, mette in scena giovedì 11 Gennaio, alle ore 21.00, con repliche sino al 28 Gennaio, il classico diNino Martoglio, “I civitoti in pretura”, per la regia di Turi Giordano. In scena Guia Jelo, Plinio Milazzo, Fabio Costanzo, Riccardo Maria Tarci, Enrico Manna, Salvo Scuderi, Gianmarco Arcadipane, Enzo Tringale, Raniela Ragonese, Noemi Giambirtone, Margherita Papisca, Elisabetta Alma.L’atto unico “I civitoti in pretura”, scritto nel 1893, è il primo lavoro drammaturgico del ventenne Nino Martoglio, nato a Belpasso, in provincia di Catania, nel 1870 ed è anche il più rappresentato. L’opera è un piccolo gioiello di comicità, oltre ad un ottimo esercizio per un ritorno alle radici, attraverso il recupero del dialetto. La popolana Cicca Stònchiti (Guia Jelo) è chiamata a testimoniare davanti alPretore di Catania (Plinio Milazzo)riguardo ad una rissa che ha coinvolto un “malandrino” locale. La scena si dipana in un’aula di Pretura di un paesino della Sicilia, ove si processal’imputato Masillara (Fabio Costanzo) accusato di aver accoltellato un suo compaesano. Tutta la commedia ruota intorno alle incomprensioni tra il Pretore (proveniente dal Nord Italia) e la plebea testimone Cicca Stònchiti. Cicca, per paura delle ritorsioni di Masillara, tenta di insabbiare la situazione e, approfittando delle incomprensioni con il Pretore, parla di tutto tranne che del crimine. Dopo la deposizione Cicca esce di scena ed entra il carabiniere Messer Rapa (Riccardo Maria Tarci) testimone del fatto. Persona onestissima, tutta d’un pezzo, Messer Rapa ingarbuglia ancora di più la situazione.
Urla, screzi, “sciarre” e “vanniate” di lavandaie accolgono lo spettatore all’inizio dello spettacolo, ma il vero protagonista di questa opera teatrale è senza dubbio il dialetto di Martoglio, lingua originalissima, che grazie a storpiature, errori di pronuncia, doppi sensi ed equivoci conferisce una comicità dirompente a discussioni su argomenti seri.
Una commedia che, grazie alla regia di Turi Giordano e ai bravissimi attori in scena, si propone di offrire al pubblico un affresco della Catania Popolare di fine ‘800 ed un po’ di sana leggerezza, senza mancare però di suscitare qualche riflessione importante sulla società, i suoi mali, la giustizia…, così come un grande autore come Martoglio sa e può fare.